Intervista al collega coach Andrea Cecchetto

Andrea Cecchetto è uno dei coaches certificati alla nostra YWC Academy. Ha studiato intensamente gli strumenti del coaching e ha deciso di dedicare la sua vita professionale ad aiutare gli altri, con la sensibilità e la serietà che lo contraddistinguono. Siamo fieri di lui, perchè incarna pienamente lo “spirito del supporto” con cui un coach deve incontrare il suo cliente. Avanti tutta, Andrea, il mondo ha bisogno di te!

Andrea, sei coach da quasi un anno ma cosa diresti di te a chi ancora non ti conosce?

Direi che nella professione conta la passione, quella che metto in un ambito così nobile come quello della crescita e della formazione personale. I tempi della pandemia ci costringono ogni giorno a interrogarci sulle nostre vite e sul modo di mettere a frutto i nostri doni: penso che la mia formazione e le mie varie esperienze siano uno strumento importante al servizio di chi si rivolgerà a me.

Ci parli del tuo lavoro?

Il coach fornisce al coachee anzitutto consapevolezza, che però da sola non è mai sufficiente (il famoso G.I. Joe Fallacy). Quel che occorre è un supporto qualificato per mettere in campo se stessi, con tutti i nostri limiti e le nostre qualità: ogni percorso è un viaggio alla ricerca della nostra identità, passo cruciale per raggiungere gli obiettivi che intendiamo darci per la vita.

Quando hai scoperto che saresti potuto diventare ciò che sei oggi?

Sono avvocato da quasi 7 anni, abituato a relazionarmi con le persone anzitutto comprendendo chi sono prima di affrontare insieme il problema che mi viene sottoposto. Dal 2014 collaboro col mondo universitario, e devo dire che anche l’insegnamento è stato fondamentale per farmi capire le straordinarie potenzialità dell’interazione umana. Nel 2020, la voglia di approfondire questa mia naturale inclinazione mi ha portato prima a frequentare tre corsi telematici di formazione e leadership e, in estate, il master di certificazione della YWC Academy.

Chi sono i tuoi clienti?

Tendenzialmente privati, persone che cercano nuovi strumenti per fare luce su di sé e trovare la chiarezza giusta per impostare il loro percorso. Tuttavia lavoro anche con aziende, dove è estremamente istruttivo gestire lo scambio ininterrotto di interazioni tra soggetti per incanalarlo verso l’interesse superiore dell’azienda: in realtà quando si impostano percorsi di gruppo, il cuore è sempre toccare le corde giuste di quanti più singoli possibile.

Perché sei convinto che il coaching possa cambiare il mondo?

Perché quando ci accorgiamo che la vita non accade a noi ma per noi, come direbbe Tony Robbins, la nostra visione delle cose cambia radicalmente. Iniziamo a porci delle domande che possono portarci a prendere in mano la nostra vita e un coach, appunto, aiuta le persone proprio a percorrere questo meraviglioso viaggio.

C’è uno strumento che reputi essere il tuo “piccolo grande segreto”? Se puoi, parlamene.

Non credo ci siano veri e propri segreti: credo che uno dei miei doni sia la capacità di ascoltare, per interiorizzare ciò che le persone mi raccontano e trovare insieme nuove letture o strumenti da utilizzare. Alla base di tutto, comunque, il motore più potente resta la curiosità per l’altro.

Quale ritieni sia stato il tuo più grande successo?

Probabilmente, concludere ben due percorsi di alta specializzazione in ambiti così diversi: parlo di quello dottorale accademico in legge e del master in coaching. Diversificare i nostri interessi e dimostrarsi eclettici è una caratteristica fondamentale nei nostri percorsi individuali.

Qual è il tuo più grande desiderio da coach e cosa significherà il coaching per il futuro delle persone?

Che ciascuno impari ad avere fiducia: nel cambiamento, nel futuro, nel superamento delle piccole e grandi difficoltà che la vita ci sottopone. Gli strumenti del coaching sono tanti, e proprio per questo sono fiducioso che il futuro di ognuno possa essere guidato nel modo più ricercato possibile.

Ci parli di un progetto che oggi ti appassiona?

Da un mese ho lanciato un’iniziativa chiamata “Un caffè (virtuale) col coach”: è un’idea per consentire a chiunque sia interessato a parlare di sé o capire meglio cosa sia il coaching di fissare una call gratuita e senza impegno con me. Specie in questi giorni in cui le limitazioni agli spostamenti sono state di nuovo aumentate, può essere una buona idea di break dalla routine per rompere il ghiaccio anzitutto con se stessi e, per me, portare nelle case di chi mi chiamerà un seme di cambiamento e crescita.

Cosa non ti ho chiesto e pensavi ti avrei chiesto?

Quando facciamo un bell’evento a Padova per presentare lo straordinario mondo del coaching?

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