Joseph Campbell, indiscutibilmente il più autorevole studioso di mitologia di tutti i tempi, raccontava come, in tutte le mitologie dell’eroe, esiste “la chiamata”, ovvero “la ricerca di qualcuno che parte per seguire una nuova visione che esiste, in un modo e nell’altro, in ogni mitologia di cui io sia a conoscenza”. L’unicità va sempre rispettata e riconosciuta, non si può chiedere a qualcuno di darci la “ragione per”, si può trovare solo dentro di noi. Noi decidiamo qual è il significato della nostra vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati, di vite diverse, e noi dobbiamo decidere quale vogliamo sia il nostro. In momenti di crisi, suggeriva Campbell, “resta sulla tua traiettoria, stai attaccato ai tuoi ideali e cerca spiriti affini. Questa è la regola della vita che sopravvive alla grande morte”. Purtroppo, e lo ricordava sempre in ogni occasione, la mitologia e le religioni vengono a volte prese letteralmente, non come metafore. Se non si comprende la metafora del mito e della religione, la crescita personale si interrompe con conseguenze certamente non positive e dando vita a posizioni scollegate con la realtà. L’Eroe è dunque chi parte per l’avventura e riesce a portare a casa la risposta che dà nuova vitalità e consapevolezza alla comunità. “Perché ci sono due modi per vivere una vita con basi mitologiche. Una è di vivere nella sfera della tua gente, che è comunque una vita nobile. Ma ci sono persone, almeno quelle maggiormente aperte a nuove esperienze, che capiscono che la vita che stanno vivendo non le rende felici. È il caso di chi crede ci sia altro, e quindi parte per cercare. “Ma per chi ha ricevuto la chiamata e sente che c’è un’avventura e non la segue, rimanendo invece nella società in cui vive da sempre in quanto sicura, la vita si rinsecchisce. E questa sensazione spesso arriva verso la mezza età, quando si sa che si è arrivati in cima alla scala, ma ci si accorge, ormai tardi, che la scala è sempre stata appoggiata al muro sbagliato”. L’invito di Campbell resta sempre lo stesso: “se hai il coraggio di rischiare, allora la vita, in qualche modo, si apre e ti viene incontro”.
N.B. Grazie a Beatrice Cassina per aver ispirato questo articolo.